Recentemente in Business Central è stata introdotta una nuova funzionalità chiamata Spedizioni Magazzino. Si tratta in pratica di un nuovo documento tramite il quale è possibile fare uscire degli articoli di magazzino generando una bolla.
Come si vede dalla figura, si prepara un documento in cui si indica il magazzino di prelievo in testata, inserendo quindi uno o più articoli nelle righe e premendo infine il tasto Registra. Sulle righe è possibile inserire anche una causale, che però non viene riportata nella tabella Movimenti valorizzazione, come invece ci aspetteremmo.
La registrazione di questo documento, oltre al solito documento registrato che può venire stampato e consegnato al trasportatore, genera dei movimenti di magazzino con Tipo Movimento pari a Rettifica negativa.
È stata anche implementata l’operazione opposta, ovvero la ricevuta di magazzino
la cui registrazione genera dei movimenti di magazzino con Tipo Movimento pari a Rettifica positiva.
Ora, almeno per quanto riguarda la legislazione italiana, le rettifiche inventariali, che siano fatte a mano nel modo classico (Registrazioni magazzino) o tramite questa funzionalità, sono sempre operazioni che andrebbero centellinate, in quanto passibili di “presunzione di cessione” da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Quando noi movimentiamo il magazzino, infatti, la discriminante è sempre la proprietà della merce: se cambia, si tratta di una vendita (anche nel caso degli omaggi), e l’operazione andrebbe quindi trattata come tale, mentre se non cambia, in Business Central andrebbe gestita con un ordine di trasferimento, in cui la merce viene spostata da un proprio magazzino ad un altro (che può anche essere virtuale presso un cliente, nel caso, ad esempio, di spedizioni in conto visione).
Il modulo di assistenza
Capitolo a parte sono tutte quelle situazioni in cui la merce che entra ed esce non è di proprietà dell’azienda (ad esempio un conto visione “passivo”), perché queste non dovrebbero proprio venire tracciate come operazioni di carico/scarico del magazzino, banalmente perché l’articolo non è nostro.
Questo tipo di situazione, tipica delle aziende che fanno assistenza e riparazioni, sono coperte dal modulo omonimo (Assistenza), tramite l’anagrafica apposita degli articoli in assistenza e degli articoli in prestito, gestiti tramite i contratti e gli ordini di assistenza, che emettono proprio delle bolle di uscita merce che non movimentano però il magazzino.
Le rettifiche dovrebbero quindi essere limitate ai soli casi di disallineamento tra il magazzino fisico e quello informatico, dovuto a possibili furti, deterioramenti ecc, ma no di certo per fare uscire merce senza alcun motivo apparente.
L’inventario fisico, il cui scopo è proprio quello di riallineare le giacenze, se è pur vero che registra delle rettifiche inventariali, scrive anche in una tabella aggiuntiva (Movimenti contabili inventario fisico) che tiene traccia dell’operazione.
Il problema del valore
Oltre a un problema di tracciabilità e motivazione dell’operazione di movimentazione del magazzino, si deve anche tenere conto del fatto che le rettifiche inventariali valorizzano il magazzino come se la quantità fosse stata fatturata, aumentando ancora di più il rischio di una mala interpretazione dell’operazione in sede di verifica fiscale.
Conclusioni
Per tutti i motivi elencati, personalmente non me la sentirei di consigliare a un cliente l’uso indiscriminato di questa funzione, se non in casi molto particolari, che ho comunque difficoltà a trovare non già coperti da una funzionalità standard.
Aggiungo che, paradossalmente, trovo sia meno rischioso fare delle rettifiche pure, piuttosto che fare uscire della merce con una bolla che le genera, perché questo significa davvero che hai dato qualcosa a qualcuno, e la domanda naturale che può venire a chiunque effettui un controllo è: “a quale titolo ha dato questa merce, che risulta fatturata?”.
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